L’approvazione del Meccanismo Europeo di Stabilità, confermato dalla Corte Costituzionale Tedesca il 12 settembre, avrebbe dovuto fungere da slancio per un rinnovato impulso alla crescita e alla stabilità dei paesi membri dell’Ue. Invece, a distanza di un mese, l’Europa continua a trovarsi in una condizione di stallo, presa tra le difficoltà economiche sottese ai paesi dell’area meridionale e i provvedimenti finalizzati all’unione economica bancaria, primo obiettivo in vista della federazione politica degli stati membri.
A dar adito ad una visione preoccupante per la tenuta economica continentale, ci pensa ancora una volta l’agenzia di rating Standard & Poor’s la quale, in data 10 ottobre, declassa il debito pubblico della Spagna da BBB+ a BBB-, ossia ad un passo dal titolo “spazzatura”. Aumento della disoccupazione al 24,4 % e previsione del calo del Pil, secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale, intorno all’1,3% per il 2013, sono all’origine dell’attuale declassamento del paese. Nonostante le tinte fosche tratteggiate dal gotha internazionale della finanza, il primo ministro spagnolo, Mariano Rajoy, temporeggia sulla possibilità- ormai sembra non più procrastinabile- di chiedere formalmente il prestito al neonato Meccanismo di Stabilità Europea. Infatti Rajoy ha dichiarato che l’obiettivo del suo governo è quello “di rilanciare politiche che sviluppino la crescita e l’occupazione” (la Repubblica, 11 ottobre). Formula ripetuta come un mantra anche dall’omologo primo ministro italiano, Mario Monti, al termine del Consiglio dei Ministri (10 ottobre) dal quale è stata licenziata la Legge di Stabilità i cui punti focali- riduzione di un punto dell’Irpef a partire dalle due aliquote più basse (23% e 27%) ed aumento contenuto dell’Iva all’1%- appaiono in linea con la disciplina di bilancio ma in netta controtendenza rispetto alle prospettive di sviluppo. Tra l’altro lo stesso Monti ha dichiarato che l’Italia raggiungerà il pareggio di bilancio nel 2013 grazie, appunto, alla nuova Legge di Stabilità. Tuttavia il Fmi, nei giorni scorsi, ha stimato che in Italia la disoccupazione è destinata a crescere: dal 10,6% nel 2012 al 11,1% nel 2013. Uno scenario realistico considerando l’assenza di provvedimenti da parte dell’esecutivo in materia di riduzione delle tasse sul lavoro.
Intanto, dal vertice europeo di Bruxelles in corso in questi giorni, trapela la notizia della probabile creazione di un fondo esclusivo per l’Eurozona, separato dal bilancio dell’Ue. “Per l'Eurozona, l'obiettivo è di muoversi verso un quadro di bilancio integrato” e "in questo contesto", si legge nella bozza, “i meccanismi per prevenire sviluppi di bilancio insostenibili così come i meccanismi per la solidarietà fiscale - per esempio attraverso un'appropriata capacità di bilancio, devono essere esplorati. Inoltre, si legge ancora nel testo, “Per garantire un adeguato funzionamento dell'Unione economica e monetaria, si deve esplorare l'idea per gli stati membri dell'Eurozona di stringere accordi individuali di natura contrattuale a livello europeo sulle riforme che si impegnano a intraprendere e sulla loro attuazione”. (la Repubblica, 11 ottobre). È possibile dedurre una maggiore stretta sulle manovre economiche dei paesi afferenti all’Eurozona, traducibile in un ulteriore vincolo sul bilancio della spesa pubblica.
In definitiva, la bozza sul bilancio integrato sembra confermare la persistenza di un’aria circospetta tra i paesi membri dell’Eurozona. Un vento non certo favorevole per la costituzione degli Stati Federali d’Europa.
Loredana Orlando