Il 30 ottobre il consiglio comunale di Napoli, si recherà a Montecitorio per contestare al Parlamento l’approvazione del decreto salva-comuni. Una richiesta lecita, dati i numerosi tagli effettuati dal governo Monti sugli enti locali, ma che evidenzia anche una consistente difficoltà strutturale nell’affrontate l’attuale situazione economica in cui imperversa l’intera regione e il suo capoluogo. Non poche problematiche infatti sottostanno alla programmazione economica elaborata dall’attuale Amministrazione ed emergono dalla proposta del bilancio di previsione afferente all’anno 2012 e nel bilancio pluriennale per il triennio 2012-2014.
Si tratta di documenti che denotano un grande vuoto legislativo, ossia la mancata approvazione del rendiconto di gestione del 2011.Ciò sta a significare che la macchina napoletana si muove facendo riferimento a previsioni finanziarie, attive e passive, che sono ferme al 31 dicembre 2010.
Cosa comporta tutto questo? Le risposte alla domanda, non sono confortanti.
Da un’attenta analisi del bilancio di previsione del 2012, si nota che esso prevede lo stesso avanzo di gestione previsto dal rendiconto del 2010 e che, data la non approvazione di quello del 2011, è di 84.545.193,97 euro.
Perché è così importante soffermarsi su tale avanzo presunto di gestione? L’avanzo citato è una componente fondamentale e rilevante del fondo di Svalutazione Crediti. La funzione principale di tale fondo è quella di compensare eventuali minori entrate derivanti da crediti divenuti parzialmente o totalmente inesigibili, con lo scopo di preservare l’ente da possibili squilibri. Nel bilancio di previsione 2012 la somma di tale fondo è di 137.873.625,02 euro. Si tratta quindi di una cospicua dotazione patrimoniale che è finanziata essenzialmente dall’avanzo risultante dal rendiconto 2010 che è per l’appunto di 84.545.193,97 euro. Contribuiscono a formare il totale, oltre il recupero di economie di 5.328.431,05 euro:
-3.790.462 euro di entrate relative al contenzioso Napoletanagas che la società doveva versare ai sensi dell’art 46 bis comma 4 del dl 159/2007 e che non ha versato. Con delibera 1281/2011 la Giunta Comunale aveva conferito infatti al Dipartimento Ambiente di chiedere al concessionario l’applicazione di un’ aliquota del 10 per cento da applicarsi sui ricavi di distribuzione, con decorrenza dal 1° gennaio 2011. Avendo la Napoletanagas accettato di versare i soli primi sei mesi del 2012, il Comune ha fatto ricorso alle vie legali per effettuare un recupero relativo all’anno 2011 che ancora non ha riscosso.
-48.000.000,00 euro per le dismissioni del patrimonio immobiliare affidate alla Romeo Gestioni che, per il fatto di gestire anche gli affitti, incasserà gran parte dei proventi, mentre il restante entrerà nelle casse comunali tra molti anni .
-1.037.969,05 euro per il recupero delle spese di rivalsa su terzi soccombenti della III Municipalità. Tale cifra fa riferimento alle tasse sullo smaltimento dei rifiuti solidi urbani.
Complessivamente quindi il Fondo di Svalutazione dei Crediti attesta un ammontare che non può essere ritenuto attuale per il fatto che esso subisce l’influenza, già nella sua redazione originaria, di un avanzo che era stato previsto nel 2010 e che quindi è da considerarsi non attuale.
Non è solo il fondo di Svalutazione dei Crediti a creare problemi. Sussiste anche un’ incertezza relativa alle previsioni di entrata corrente relative all’effettiva riscossione degli importi per:
-tributi correnti
-tributi aboliti
-recuperi di evasione tributaria
-sanzioni per contravvenzioni del codice della strada.
In merito a quest’ultimo punto l’amministrazione, con l’istituzione sia delle zone a traffico limitato che di un sistema di telerilevamento, ha iscritto nel bilancio di previsione un importo pari ad 83.000.000,00 euro. Una somma che dovrebbe avere valore sussidiario e non essere fonte primaria del gettito di entrata del Comune.
In ultimo, poi, le previsioni di spesa e di entrata inserite nel bilancio del 2012 e in quello previsionale, riguardanti gli organismi Partecipati.
Ci riferiamo ad enti quali: l’Asia s.p.a, l’ANM s.p.a, Bagnoli futura s.p.a, Gesac s.p.a, Metronapoli s.p.a, Nausicaa s.c.p.a, il consorzio di gestione e manutenzione degli impianti di depurazione dei liquami. Anche per essi l’Amministrazione ha basato le proprie previsioni per l’esercizio 2012 facendo riferimento come ultimo dato recente a quello dei bilanci 2010. Una visione, quindi, che impedisce di avere una panoramica riepilogativa dei principali valori economico finanziari che fanno riferimento agli organismi partecipati e che deve essere letta alla luce dell’art 18 del decreto legislativo attuativo sull’armonizzazione degli schemi di bilancio di Regioni, Province e Comuni. Il riferimento normativo citato prevede l’obbligo di procedere alla redazione ed approvazione del bilancio menzionato poc’anzi, entro il 30 giugno di ogni anno, a partire dal 2014.
L’analisi degli aspetti evidenziati comporta due implicazioni: la prima è che rifarsi a previsioni relative ad un Rendiconto del 2010, fa sì che automaticamente si sottovaluti il fatto che il Rendiconto del 2011 potrebbe anche registrare un risultato di amministrazione di segno diverso o negativo, dato che non è da escludere. La seconda conseguenza ulteriore è che inserire in un bilancio crediti con una forte caratterizzazione di inesigibilità, significa basare i propri conti su numeri che possono non rispondere alla realtà dei fatti. In prossimità dell ‘incontro a Roma, tutti questi aspetti, ancor prima di accanirsi conto il decreto salva-comuni, dovrebbero essere ben presenti alla responsabilità politica di un’Amministrazione che se chiede di far valere i propri diritti deve essere certa dei propri dati di cassa.
Alessandra Filice
Fonte: MxPress