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The king of tennis is not dead

Roger Federer batte dopo cinque emozionanti set Rafa Nadal e conquista l’Australian Open, a quasi cinque anni di distanza dalla precedente affermazione in un torneo dello Slam.

1.666: ecco i giorni passati dall’ultimo successo di Roger Federer in uno Slam. Da Wimbledon 2012 all’Australian Open 2017. Nel mezzo oltre quattro anni di infortuni, difficoltà, incomprensioni e la scomoda etichetta di giocatore ormai finito. Federer ha avuto l’umiltà di ripartire da zero dopo un 2016 disastroso, concluso anzitempo il 26 luglio con la dolorosa rinuncia all’Olimpiade di Rio a causa degli infortuni alla schiena e al ginocchio. Problemi che lo hanno costretto a un desolante “zero” nella casella dei titoli vinti e a concludere l’anno fuori dalla top ten.

Ed è questa la condizione da cui lo svizzero è ripartito nel 2017, testa di serie n°17 all’Australian Open, dove ha fatto il suo ritorno ufficiale dopo sei mesi di stop. I dubbi sulla sua condizione fisica sono stati subito spazzati via dal percorso che lo ha portato in finale, con due match vinti al quinto set, al 4° turno contro il giapponese Kei Nishikori e in semifinale con il connazionale Stan Wawrinka. Il ritorno in una finale dello Slam, un anno e mezzo dopo la sconfitta con Novak Djokovic agli US Open e a sette anni di distanza dal precedente ultimo atto sul cemento australiano, si è caricato di un ulteriore suggestivo significato, poiché l’avversario era l’amico-rivale Rafa Nadal, anche lui tornato ai massimi livelli dopo il difficile biennio 2015-2016.
I protagonisti più attesi, dunque, per la nona volta faccia a faccia in una finale Slam, ma la prima dopo cinque anni e mezzo. Solo qualche settimana fa sembrava improbabile, per non dire impossibile, assistere a un nuovo capitolo della splendida rivalità Federer-Nadal e, invece, la forza, la caparbietà e la tenacia dei due fuoriclasse hanno riportato l’orologio indietro di circa un decennio, quando ogni torneo era un affare privato tra Roger e Rafa.

L’ultimo atto della Rod Laver Arena ha regalato emozioni forti, simili a quelle dell’epica finale di Wimbledon 2008, con continui colpi di scena e mutamenti nell’inerzia della sfida sotto forma di palle break cancellate e servizi strappati all’avversario. C’è stato spazio anche per un intervento medico, richiesto da Federer all’inizio del quinto set per un dolore alla gamba destra. Quando l’andamento sembrava pendere dalla parte del maiorchino, è arrivata l’inaspettata reazione di “King Roger”, il quale, a dispetto dei suoi 35 anni e mezzo, ha strappato il break all’avversario, andando sul 3-3 e di fatto indirizzando la partita a suo favore. Allo scoccare delle 3 ore e 38 minuti, lo svizzero ha piazzato il punto decisivo, vincendo l’incontro, il suo 5° Australian Open e il 18° Slam (allontanato proprio Nadal, fermo a 14), tornando tra i primi dieci nella classifica ATP e diventando il giocatore più anziano a vincere un torneo del grande Slam da Ken Rosewall nel 1972.

"Voglio congratularmi con Nadal per la sua splendida partita. Quando ci siamo visti 4-5 mesi fa, non avremmo mai pensato di potere essere qui in finale, mi andava bene anche perdere oggi, era già straordinario essere qui. Nel tennis non esiste il pareggio, ma oggi lo avrei accettato volentieri. Tutti dicono che lavorano duro, io cerco di non urlarlo, ma ce l'abbiamo fatta tutti insieme, grazie al mio team". In queste dichiarazioni c’è tutta la classe, non solo in campo, di Roger Federer, capace di riconoscere la bravura del suo avversario e, soprattutto, di rendere omaggio al suo staff per avergli permesso di tornare al top molto prima di quanto si pensasse e sperasse.

E, poiché l’appetito vien mangiando, di sicuro Federer non si accontenterà del successo australiano. Prossimi step? Conquistare per l’ottava volta Wimbledon, diventando il tennista più vittorioso di sempre sull’erba londinese, e ritornare numero 1 al mondo, posizione che l’elvetico non occupa dal 4 novembre 2012.

Stefano Scarinzi
1° febbraio 2017

 

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