Dietro i numeri: che cosa racconta davvero il bilancio dell’Inpgi
di Daniela Stigliano - su Unità sindacale Fnsi
Patrimonio accantonato significa che quella somma è tutta in cassa e disponibile? Qual è esattamente il rapporto tra pensioni pagate e contributi versati? Contratti di solidarietà e casse integrazioni quanto pesano davvero sui conti? A quanto ammontano i guadagni reali, o le eventuali perdite? Per capire bene quale sia la situazione dei conti dell’Inpgi, vale la regola generale che si applica a ogni azienda: non basta leggere le relazioni ufficiali né tantomeno i discorsi generici di colleghi che danno numeri su tutto senza mai spiegarli.
Bisogna, invece, guardare dentro al bilancio ufficiale dell’Istituto. Mettere insieme dati che non sempre si ritrovano sotto la stessa voce, spulciare nella nota integrativa e incrociare le informazioni. Andare oltre quel che sembra, insomma. E fissare su carta gli argomenti più significativi da considerare. Soprattutto alla vigilia di una (tardiva) riforma già pronta evidentemente da tempo visto che sarà presentata ufficialmente dal Cda dell’Inpgi alla Giunta esecutiva della Fnsi e alla delegazione contrattuale della Fieg nella stessa giornata di martedì 9 giugno. E che rischia di vedere la luce nel giro di poche settimane, passando di fatto sopra la testa dei giornalisti italiani.
Pubblico ma non pubblicato
Il bilancio 2014, dunque. Ancora non è stato pubblicato sul sito dell’Inpgi, nonostante sia stato approvato il 7 maggio dal Cda e ratificato dal Consiglio generale del 27 maggio. Si possono leggere invece comunicati che sottolineano come, nonostante “la grave passività tra entrate per contributi e uscite per prestazioni”, il risultato finale sia positivo per 17 milioni. Com’è possibile? E perché è necessaria e urgente la riforma se l’Inpgi guadagna tutti questi soldi?
Per rispondere a queste e ad altre domande, procediamo per argomenti, provando a mettere in fila le cose in modo da renderle comprensibili.
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