Continua il fenomeno dell’acqua alta nel Porto di Ischia: i danni e i pericoli
Il transito delle perturbazioni sul basso Tirreno causa abbassamenti della pressione atmosferica e il conseguente sollevamento del livello marino. Quando ciò avviene in corrispondenza del massimo effetto della marea astronomica si hanno alte maree più accentuate.
La banchina della Riva Destra e le caditoie di via Iasolino lungo il Porto di Ischia si trovano a circa 20 cm di altezza sul livello medio marino misurato al mareografo di Napoli. Anche la banchina storica del porto di Lipari si trova nelle stesse condizioni. Sono banchine che non sono in sicurezza rispetto alle escursioni del livello del mare e che devono essere adeguate per evitare danni ed inconvenienti ai cittadini e alle attività economiche.
Dall’inizio del 2010 il gruppo di ricerca coordinato dallo scrivente si è occupato del fenomeno continuando a monitorare i sollevamenti marini che durante il 2010 si verificarono molte decine di volte creando seri inconvenienti all’economia locale.
Abbiamo anche proposto interventi semplici ma efficaci per controllare ed eliminare gli allagamenti. Finora i responsabili delle amministrazioni hanno trascurato il problema, forse in attesa di una emergenza? Forse qualcuno mira a qualche grave episodio? E’ noto che durante l’acqua alta, specie di notte, non tutti riescono a capire, specialmente i turisti, dove finisca la banchina e cominci il mare. Si aspetta che qualcuno cada in acqua di notte?
Di solito i fenomeni di acqua alta si intensificano tra l’autunno e l’inverno. Facciamo presente che è necessario risolvere definitivamente il problema come già evidenziato 3 anni fa!
Per quanto riguarda Ischia si sottolinea che in base a rilievi dell’INGV l’isola si starebbe abbassando: circa 4 cm dal 2004 al 2011.
Ben noto e studiato è il fenomeno dell’acqua alta che interessa Venezia, con sollevamenti del livello marino molto più accentuati, che spesso si verifica in concomitanza dell’acqua alta del basso Tirreno.
Franco Ortolani
Ordinario di Geologia, Università di Napoli Federico II
Valerio Buonomo, c/o IAMC-CNR